Tutti i dipinti raffigurati nel sito sono opera degli utenti dell'attività di Arteterapia 2019, CSM, Palazzo Boldù, Venezia
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Dopo qualche anno l'AITSaM riprende l'iniziativa di organizzare convegni su temi di particolare rilevanza per gli utenti dei servizi di salute mentale. Il 26 settembre 2024, presso l'auditorium del Padiglione Rama di Mestre, si è svolto il convegno Curare la mente, non dimenticare il corpo. Per un approccio integrato ai disturbi mentali, che si proponeva di indagare, con il contributo di psichiatri docenti universitari, direttori di DSM e psicologi di chiara fama, quanto l'attenzione al benessere fisico delle persone con disturbo mentale sia spesso carente, tanto da limitare la loro aspettativa di vita rispetto al resto della popolazione. Dal convegno sono emerse esempi di "best practice" di cui chiederemo con forza l'adozione in tutti i servizi (richiedere qui il video del convegno).
La nostra Sezione ha partecipato al presidio congiunto AITSaM, CoVeSaP e ComSaM-Verona davanti a palazzo Ferro Fini per chiedere il rinnovo dei contratti, in scadenza il 31 dicembre 2023, degli operatori della salute mentale. Continua la mobilitazione affinché si dia seguito alla Conferenza per la salute mentale, apertasi a Verona nel 2022, che ha portato alla stesura di documenti sui vari temi da parte di altrettanti tavoli di lavoro. Tra le questioni più urgenti, l'implementazione del dispositivo noto come "budget di salute", che riteniamo uno strumento indispensabile per l'integrazione delle persone con disturbi psichiatrici.
Il 15 ottobre nella cornice di Villa Farsetti a Santa Maria di Sala le Associazioni faranno conoscere le loro proposte per il benessere psicofisico: Venite a scoprire come!
Martedì 10 ottobre alle ore 21.00 al teatro Villa dei Leoni di Mira il duo Carlo & Giorgio chiuderà con la sua inimitabile ironia veneziana la celebrazione della Giornata Mondiale della Salute Mentale. Parte del ricavo della vendita dei biglietti servirà a finanziare i progetti della nostra Associazione nell'area miranese. I biglietti sono in vendita nel circuito Eventbrite
Venerdì 29 settembre 2023, in collaborazione con il DSM dell'AULSS3 e con il patrocinio dei Comuni interessati, parteciperemo con una maratona di lettura alla manifestazione Il Veneto legge. Il tema di quest’anno – il fiume – ha suggerito la scelta di "Morimondo" di Paolo Rumiz (Feltrinelli, Milano 2013), straordinario omaggio all’universo del Po, che in Veneto conclude il suo corso. La maratona partirà alle 9.30 dalla Scoletta dei Calegheri di Venezia e proseguirà a Mestre, Chioggia, Dolo, Noale, Campolongo Maggiore e Fossò. Ad alternarsi nella lettura saranno utenti dei servizi di Salute Mentale, familiari, volontari, operatori sanitari, studenti, cittadini, in una staffetta all’insegna del comune amore per il libro e dell’orizzonte che apre alla mente e al cuore. L’evento, che idealmente apre le celebrazioni della Giornata Mondiale della Salute Mentale (10 ottobre), rappresenta un significativo passo nella direzione del contrasto allo stigma e alla marginalizzazione delle persone con disturbi psichiatrici. Si potrà seguire nelle varie sedi, tutte aperte al pubblico, o attraverso la diretta Facebook che le collega.
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All’Assessore a Sanità, Servizi sociali, Programmazione socio-sanitaria
Dott.ssa Manuela Lanzarin
e p.c.
Al Dott. Tommaso Maniscalco
Direttore del Dipartimento di Salute Mentale AULSS7 Pedemontana
Referente Area Salute Mentale Sanità Penitenziaria Regione Veneto
Coordinatore Gruppo Interregionale Salute Mentale Conferenza Stato Regioni
Loro sedi
Oggetto: Conferenza Regionale sulla Salute Mentale, novembre 2022-giugno 2023
Gentile Assessore,
A pochi giorni dalla conclusione della Conferenza Regionale sulla Salute Mentale, l’AITSaM invita a una riflessione sugli intenti che hanno spinto la Regione a organizzarla e sui suoi esiti.
La Conferenza si proponeva di dare voce e prestare ascolto a tutti i portatori di interesse, dagli operatori sanitari al mondo dell’associazionismo, della cooperazione e dei movimenti espressione della cittadinanza attiva, ai fini della stesura del prossimo Progetto Obiettivo Salute Mentale della Regione Veneto. Soci dell’AITSaM, coerentemente con i principi che guidano da sempre l’Associazione nei rapporti con le istituzioni, hanno partecipato ai lavori dando il proprio contributo a molti dei documenti finali. Altrettanto era avvenuto in occasione della Conferenza organizzata nel 2008 dalla Regione, la cui disponibilità alla consultazione degli operatori sanitari e dei cittadini, singolarmente oppure organizzati in tutte le forme associative, apprezziamo e siamo in grado di testimoniare.
La nostra Associazione è stata costituita da familiari di persone con disturbi psichiatrici, che ancora rappresentano la maggioranza dei soci: sappiamo quanto sia importante l’alleanza terapeutica tra operatori, pazienti e caregivers ai fini di un efficace intervento di cura. Da quarant’anni siamo in grado di valutare l’offerta dei servizi psichiatrici della Regione basandoci non solo sull’esperienza diretta ma anche sull’analisi di dati di fatto incontestabili. Abbiamo sempre fatto sentire la nostra voce sulle carenze da noi rilevate, sulle discrepanze tra il contenuto delle deliberazioni regionali in materia e la realtà da noi sperimentata.
I Progetti Obiettivi sono la cornice di riferimento in cui inquadrare le deliberazioni e per questo ne abbiamo sempre seguito attentamente la genesi; con la stessa attenzione, prima di partecipare ai lavori della Conferenza appena conclusa, abbiamo riletto il Progetto Obiettivo Regionale per la Tutela della Salute Mentale 2010-2012. Ci attendevamo che la nuova Conferenza partisse dall’analisi della realtà attuale dei servizi per identificare le ragioni delle inadempienze o dei mutamenti di indirizzo rispetto a una decina di anni fa e per verificare la loro adeguatezza ai bisogni emergenti. Le discrepanze tra quanto dichiarato nell’ultimo Progetto Obiettivo e nelle deliberazioni a questo collegate e la realtà dei dati di fatto sono numerose, a cominciare da quanto previsto per ovviare alla dolorosissima questione dei pazienti non collaboranti, ma ne ricorderemo, a titolo di esempio, solo alcune:
– l’orario di apertura dei CSM è fissato dalle ore 8.00 alle ore 20.00 dal lunedì al venerdì e dalle 8.00 alle 14.00 il sabato e i prefestivi, per complessive 66 ore settimanali. Da un report dell’IRES Veneto sulla salute mentale relativa al 2020-2021 (IRES Veneto, La salute mentale 2023. Quale integrazione socio-sanitaria?) risulta invece che solo il 19% rispetta questa norma e appena il 24% assicura l’apertura per 6 giorni la settimana ma con orario ridotto.
– Nel paragrafo L’integrazione con le Cliniche Private, il Progetto Obiettivo 2010-2012 dichiarava:
In termini di risorse, va segnalato che nel periodo 2000-ottobre 2008 il ricorso alla ospedalità privata nel Veneto ha riguardato il 31,2% di tutte le dimissioni con DRG [Diagnosis Related Groups, Raggruppamenti omogenei di diagnosi] psichiatrico, con il 45,6% di tutte le giornate di degenza […]. Emerge quindi un ruolo molto importante del privato e un impegno economico particolarmente rilevante da parte della Regione in questo ambito della tutela della salute mentale. L’impiego di risorse da parte dell’ambito privato è reso più rilevante anche dalla diversa durata di degenza nell’ambito privato: nel […] periodo 2006-2008 abbiamo una degenza media privata di 33 giorni contro un 13,9 nell’ambito della struttura pubblica (2,3 volte). Questo rende ancor più rilevante gli obblighi di pianificazione della spesa sanitaria da parte della Regione, razionalizzando la spesa sanitaria, al fine di ripartire adeguatamente le risorse finanziarie a disposizione delle Aziende ULSS.
Dal 2013 al 2021 il rapporto tra posti letti privati e pubblici è ulteriormente aumentato: secondo il report dell’IRES Veneto già citato, i posti letto pubblici sono complessivamente diminuiti di 51 unità, mentre i posti letto privati sono aumentati di 30 unità. È cresciuta anche la durata media delle degenze nel privato, mentre è di poco diminuita quella nel pubblico.
– Nel paragrafo Infanzia e Adolescenza, il Progetto Obiettivo 2010-2012 dichiarava esplicitamente:
Nei percorsi di cura, specie nelle situazioni più complesse, risultano fortemente carenti le risposte in particolare qualora 1) sia indispensabile un ricovero per un episodio psicopatologico acuto e 2) sia necessario avvalersi di strutture intermedie per la gestione dei percorsi terapeutico-riabilitativi a medio-lungo termine.
Per ovviare alle carenze della Neuropsichiatria Infantile si prevedevano, tra l’altro, l’istituzione di reparti ospedalieri dedicati (con riferimento 1 posto letto ogni 100.000 abitanti con un massimo di 10 posti letto), l’attivazione di strutture diurne e residenziali e di comunità terapeutico-riabilitativa protetta per adolescenti (14-21 anni). Secondo il report IRES Veneto, degli 84 posti letto programmati dalla Dgr 64 del 2019 ne sono stati effettivamente realizzati solo 12. La relazione del tavolo di lavoro dell’ultima Conferenza ha confermato come il mancato intervento in questo ambito, sommato all’aumento dei disturbi psichiatrici nei bambini e negli adolescenti verificatosi durante la pandemia da Covid-19, abbia reso ancora più drammatica la situazione odierna.
Una trattazione a parte meriterebbe il capitolo Verifiche e Indicatori sull’attività dei DSM, ma scegliamo di sollecitare il confronto tra affermazioni e realtà in particolare sui seguenti punti
1. costruzione di percorsi facilitanti l’accesso, con particolare attenzione al carattere di continuità nell’arco delle 24 ore; […]
3. sviluppo di progetti specifici rivolti ai temi dell’abitare, del lavoro, della vita sociale;
4. sviluppo di attività territoriali specifiche, con particolare riguardo alla natura ed alla dimensione dell’attività domiciliare, alla collaborazione ed integrazione con altri servizi sanitari (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) e sociali;
5. garanzia nell’applicazione dei LEA
Concludiamo la nostra analisi del Progetto Obiettivo 2010-2012 riportando quanto si afferma nel paragrafo sui valori condivisi nel capitolo L’obiettivo dei percorsi: il “valore” ricercato nella salute mentale:
1) adeguato utilizzo delle risorse. Questo concetto riguarda più aspetti:
a. adeguata assegnazione alla salute mentale all’interno della spesa sanitaria complessiva;b. adeguata assegnazione delle risorse fra le varie linee di intervento nell’ambito della salute mentale;
c. utilizzo delle risorse che tenga conto delle effettive necessità di un bacino di utenza e che venga ottimizzato attraverso una eccellenza organizzativa, una adesione a prassi di comprovata efficacia, una attenta valutazione di processi e risultati.
Si tratta di generiche affermazioni di intenti; a proposito delle risorse, ricordiamo che
– nel 2001 la Conferenza dei Presidenti delle Regioni approvava all’unanimità l’impegno a destinare almeno il 5% del fondo sanitario regionale alla salute mentale;
– il summit della Lancet Commission on Global Mental Health and Sustainable Development riunitosi a Londra il 9-10 ottobre 2018 operava una distinzione tra paesi ricchi, per i quali prescriveva il 10% come soglia minima, da ridurre al 5% per i paesi poveri.
Dal 2010 in poi, nonostante queste previsioni e la crescente domanda, il Veneto ha destinato alla salute mentale sempre meno risorse, per arrivare, nel 2020, ad appena il 2,6% del fondo sanitario regionale, con una spesa pro-capite di 42,92 euro: questi dati pongono il Veneto, la terza regione più ricca di un paese ricco, poco sopra la Calabria, la regione più povera d’Italia. Sono dati desolanti, che contraddicono qualsiasi affermazione sull’“adeguatezza” del finanziamento e sul “modello veneto di psichiatria di comunità”, soprattutto se si considera che di quei 42,92 euro 17,1 sono spesi nell’assistenza residenziale e appena 4,9 nell’assistenza semiresidenziale.
Il 7 giugno scorso a Padova sul tema della coprogettazione abbiamo ascoltato l’intervento del dott. Roberto Lezzi, che, considerata la cornice in cui si situava, non esistiamo a definire coraggioso per le critiche e i rilievi mossi. Sul tema dei contesti della riabilitazione, la dott.ssa Paola Carozza ha sottolineato che riabilitazione e residenzialità non sono sinonimi ed è opportuno non delegare la prima al privato, a maggiore garanzia della qualità delle pratiche; nello stesso senso si è sempre espressa la Sezione Triveneto della Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale (SIRP), ribadendolo nel convegno svoltosi a Trento il 18 maggio scorso. Sul tema dei diritti, il prof. Antonio Lasalvia ha parlato di come sia opportuno avviare finalmente esperienze di protagonismo degli utenti che si sono dimostrate efficaci colmando così il ritardo accumulato rispetto ad altre regioni italiane.
Nel webinar del 31 maggio il dott. Moreno De Rossi ha illustrato l’importanza del “capitale umano” in psichiatria, soffermandosi sulla necessità del sostegno alle famiglie e sul pericolo del burnout per gli operatori sanitari, tutt’altro che ipotetico nelle attuali condizioni di lavoro di tutte le professioni sanitarie, in cui si scontano la mancata programmazione e l’insufficiente investimento di risorse finanziarie.
È per noi motivo di conforto il fatto che la Conferenza Regionale abbia decisamente riaffermato il modello della “psichiatria di comunità” nel solco della Legge 180/1978 e messo in evidenza l’ottima qualità delle risorse umane a disposizione della salute mentale in Veneto, che attendono solo di essere poste nelle condizioni adeguate a svolgere al meglio le loro funzioni.
Calato il sipario sulla Conferenza, temiamo fortemente che si ripeta quanto è già avvenuto nel caso del Progetto Obiettivo 2010-2012: l’impegno di tante intelligenze non può essere vano; la gravità del momento esige molto più della ritualità della esibizione di democrazia. Nel Suo indirizzo di saluto, gentile Assessore, non abbiamo percepito nessun accenno che facesse pensare a un impegno concreto in termini finanziari se non un riferimento alle risorse del PNRR e questo ci preoccupa: la nostra esperienza ci suggerisce scetticismo e lascia scarso margine alla speranza. Come familiari che condividono la grande sofferenza causata dai disturbi mentali, non abbiamo altra scelta se non continuare nel nostro impegno per alleviarla, in prima linea accanto agli operatori sanitari. Quanto alla politica sanitaria della Regione, soltanto la traduzione del prossimo Progetto Obiettivo in dati e fatti che mostrino un decisivo cambio di passo potrà indurci a un ripensamento.
Come direttore di DSM, il dott. Tommaso Maniscalco è tra i firmatari della lettera dell’11 gennaio 2023, indirizzata, tra gli altri, al presidente della Repubblica, al Parlamento e alla Conferenza delle Regioni; con accorati accenti, vi si richiedono risorse per fare fronte alla situazione emergenziale in cui versa la salute mentale in Italia. Su di lui grava anche la responsabilità di farsi interprete presso la Regione delle istanze che provengono dagli operatori e dalla cittadinanza attiva: gli rivolgiamo un appello affinché non dimentichi che il suo posto naturale è accanto alle migliaia di persone che da troppo tempo attendono azioni concrete.
Oderzo 14/06/2023 La Presidente
Tali Mattioli Corona
Lettera aperta dell'AITSaM alla presidente Meloni,
al ministro Schillaci e alle Commissioni Salute
di Camera e Senato
La nostra protesta contro l'esclusione delle associazioni dal nuovo Tavolo tecnico ministeriale per la salute mentale